Tetto al costo dell’energia per le imprese che si allacciano al teleriscaldamento. “Con l’energia da incenerimento dei rifiuti arriviamo ad offrire un risparmio tra il 30% e il 40%. Rispondiamo così alla richiesta proveniente dalle istituzioni”.
È così possibile rispondere ai picchi di prezzo del gas che influenzano anche il costo dell’energia elettrica che da esso deriva.
Le conseguenze legate alla pandemia hanno costretto i paesi che basano la propria economia sulla trasformazione come l’Italia (secondo paese manifatturiero d’Europa) a ripensare le proprie catene di fornitura globali per far fronte a eventuali carenze o aumento spropositato dei prezzi delle materie prime (tra cui anche gas e petrolio) e al rischio del verificarsi di colli di bottiglia nella logistica internazionale.
A questo si è aggiunto il dramma dell’invasione della Russia in Ucraina che, assieme alla tragedia umanitaria, ha visto un inasprirsi delle tensioni sulle forniture e, soprattutto, dei prezzi del gas.
Questo combinato disposto sta mettendo in difficoltà i conti economici delle aziende tanto è vero che si è arrivati al paradosso per, nonostante portafogli ordini importanti, talune imprese sono costrette a limitare o addirittura a bloccare la produzione evitare di produrre in proprio a causa dell’aumento fuori controllo del costo dell’energia.
La fornitura di energia per il tramite di una catena più corta (e quindi più affidabile) e la differenziazione del mix energetico che possa comprendere una fonte alternativa, oltre che più sostenibile, sono le risposte che Alto Vicentino Ambiente introduce a supporto delle imprese.
“In questo senso, lo sviluppo del teleriscaldamento risulta essere strategico per tutelare il territorio, le sue imprese e i suoi posti di lavoro rispetto a shock esterni come quelli che stiamo vivendo oggi. Questo perché l’energia viene prodotta non grazie al gas, ma incenerendo i rifiuti tramite il proprio termovalorizzatore”, spiega il Presidente di AVA Giovanni Cattelan.
Questa soluzione tecnologica permette ad AVA di proporre alle imprese attualmente allacciate alla rete di teleriscaldamento e a quelle che lo faranno in futuro di accedere a una tariffa a valore fisso con tetto a 90 euro per MWh, rispetto ai valori correnti superiori ai 110 euro per MWh e, stante l’attuale situazione internazionale, soggetti a fluttuazioni importanti anche verso l’alto.
“Fondamentalmente, grazie a questa fonte alternativa – continua Cattelan –, incrementiamo il risparmio che proponiamo attualmente alle imprese, che varia dal 10% al 20% a seconda del tipo di azienda e fornitura, fino ad arrivare ad un 30-40%. Peraltro, con un tetto fisso che permette alle imprese di poter fare i propri piani di produzione e investimento diminuendo il grado di incertezza, almeno sul tema dell’energia. Rispondiamo così anche all’appello delle istituzioni, compreso quello del Presidente della Regione Veneto, per cui le aziende partecipate devono fare tutto ciò che è nelle proprie possibilità per contrastare questo shock energetico”.
Alto Vicentino Ambiente ha recentemente completato l’espansione della rete di teleriscaldamento nell’area Est della zona industriale di Schio, tra via Lago di Trasimeno e via Lago di Garda, che rifornisce quindi circa una trentina di imprese oltre al polo ospedaliero di Santorso. E nel prossimo biennio punta ad aumentare l’energia erogabile di un ulteriore 30%.
“Bisogna riconoscere la lungimiranza di Alto Vicentino Ambiente che, negli scorsi anni, ha previsto questo tipo di impianto, ci ha creduto e investito – afferma Cattelan -. E questo CdA ha tutta l’intenzione di proseguire su questa linea. Infatti, nel 2022, con i nuovi investimenti previsti, AVA renderà disponibile il teleriscaldamento anche a nuove zone della zona industriale di Schio, offrendo la possibilità alle imprese scledensi non solo di avere un prezzo dell’energia che permetta loro di essere competitive sul mercato internazionale, ma anche di avere accesso ad una fonte d’energia virtuosa e rinnovabile”.
La rete di teleriscaldamento ricava infatti l’energia necessaria al riscaldamento dell’acqua calda dall’incenerimento dei rifiuti che sono costituiti anche da biomasse quali il legno, la carta e residui di umido/verde per almeno il 52% in peso. L’energia termica fornita dal teleriscaldamento di AVA, per tale ragione, viene certificata dal GSE con la stessa proporzione, come energia rinnovabile.
“Il tutto – rassicura poi Cattelan – mantenendo alta la guardia in merito alle emissioni del termovalorizzatore che, come ha certificato il rapporto elaborato dal Politecnico di Milano, ha fatto riscontrare livelli emissivi decisamente inferiori al limite normativo per tutti i potenziali inquinanti, un impatto definito estremamente contenuto, quando non quasi del tutto trascurabile”.
Il modello su cui si è basato il rapporto stilato dal prof. Stefano Cernuschi e dal prof. Giovanni Lonati del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’università milanese, ha infatti evidenziato come il contributo stimato dell’impianto sulla concentrazione di inquinanti nell’aria e sul deposito al suolo delle polveri sia estremamente contenuto, con valori inferiori ai limiti previsti per la qualità dell’aria di 1, 2 o anche 3 ordini di grandezza (quindi 10-100-1.000 volte inferiori!), in linea con quanto avviene nei migliori impianti d’Europa.