Nei comuni serviti da Alto Vicentino Ambiente (AVA), il rifiuto urbano destinato a discarica praticamente nullo (0,01% del totale dei rifiuti urbani raccolti), la raccolta differenziata è di 17 punti percentuali superiore alla media nazionale (dati Ispra 2019) e di poco superiore (circa mezzo punto, con metodo di calcolo della Regione Veneto) a quella regionale; mentre il costo del servizio per abitante più basso del 45% rispetto alla media nazionale e del 33,5% rispetto alla media veneta (ultimo dato disponibile per la media nazionale e regionale è il 2019).
Questo il quadro che emerge dagli ultimi dati elaborati da Alto Vicentino Ambiente, azienda partecipata da 31 Comuni dell’Alto Vicentino e dall’Unione Montana “Spettabile Reggenza dei Sette Comuni” che si occupa del servizio di raccolta, avvio a recupero, smaltimento e termovalorizzazione dei rifiuti di un bacino d’utenza di quasi 180 mila cittadini.
“Il tema della gestione dei rifiuti è, giustamente, entrato sempre di più a far parte del dibattito pubblico – spiega Daniela Pendin, presidente di AVA – e quindi riteniamo di dover illustrare i nostri dati non solo ai soci, ma anche al territorio. Questo anche a seguito delle indicazioni che i cittadini ci hanno espresso nell’ultima indagine sul grado di soddisfazione del servizio in cui, a fronte di un indice generale di ben 93,1 punti su 100, è emersa comunque la necessità di una maggiore comunicazione di quanto facciamo. Purtroppo, alcuni dei dati di riferimento sono meno aggiornati rispetto ai nostri, per ovvi motivi di dimensione, ma possono dare un’indicazione della qualità di quanto viene svolto in AVA”.
Nel 2020, anno che sconta tutte le peculiarità dell’esplosione della pandemia (con parziale e temporanea chiusura degli ecocentri durante il primo lockdown), nel nostro territorio la produzione di rifiuti urbani (esclusi i rifiuti inerti raccolti nei Centri Comunali di Raccolta) è stata di 67.283 tonnellate, in diminuzione del 2% rispetto al 2019, con una percentuale di raccolta differenziata pari al 70% (con il metodo di calcolo previsto dalla Regione Veneto), fondamentalmente stabile rispetto all’anno precedente che fece segnare un 70,16%. Per avere un riferimento più ampio, l’ultimo dato regionale disponibile, quello riferito al 2019, indica una media veneta pari al 69,5%.
Nel 2020, la produzione di rifiuto pro-capite, quindi, è diminuita dell’1,56% arrivando a 374,14 kg per abitante l’anno, mentre la media regionale veneta nel 2019 fu di 471 kg per abitante l’anno, poco meno di 1 quintale di differenza. Nel 2020 si è registrata una crescita pro capite della raccolta del rifiuto riciclabile in vetro (+6,82%) e plastica (+4,94%) e una diminuzione della parte organica (-4,45%, che comprende anche la frazione verde) e della carta (-2,82%).
Invece, con il metodo previsto, a livello nazionale, dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) il dato di AVA per la raccolta differenziata, attualmente aggiornato al 2019, è pari al 78,06% contro una media nazionale del 61,35%.
Prendendo a riferimento i parametri che ISPRA utilizza per il proprio “Rapporto Rifiuti Urbani edizione 2020” (che fa riferimento ai dati di produzione 2019 ed esclude i rifiuti industriali, presi in considerazione in altre indagini e che alterano, di conseguenza, le percentuali), la gestione del rifiuto urbano di Alto Vicentino Ambiente risulta molto più simile a quello tedesco (i cui ultimi dati pubblicati dal rapporto ISPRA sono del 2018) che a quello italiano.
Infatti, nel 2020 la percentuale di rifiuto destinato al riciclo di materia risulta pari al 43,47% (+1,57% rispetto al 2019) a cui va sommata la frazione organica destinata al compostaggio e alla digestione anaerobica pari al 25,51% (-0,79% rispetto al 2019) per un totale complessivo di avvio a recupero pari al 68.98%. Si tratta pressoché della medesima percentuale, tenuto conto degli arrotondamenti utilizzati dal rapporto ISPRA, di quanto fatto dalla Germania (68%, composto però da un 50% di riciclo e da un 18% di compostaggio) e ben superiore al dato italiano che è del 55% (32% riciclo, 23% compostaggio).
Esattamente come in Germania, il 31% del rifiuto raccolto da AVA è poi destinato al recupero di energia (contro il 20% italiano), facendo così in modo che in discarica finisca solamente lo 0,01% dei rifiuti, contro addirittura il 24% del dato nazionale del 2018, riportato dal rapporto ISPRA.
“Nonostante il Covid e le difficoltà che ha comportato – aggiunge Riccardo Ferrasin, Direttore Generale di AVA–,i numeri dimostrano come le percentuali di riciclo e compostaggio del rifiuto si siano mantenute eccellenti e, soprattutto, che la gestione dei rifiuti di AVA permette praticamente di eliminare la quantità di rifiuto destinato alla discarica, come avviene nei paesi più avanzati del mondo. Non a caso, proprio nel 2020, abbiamo chiuso, dopo oltre 30 anni, la discarica per rifiuti inerti di Thiene, rifiuti che AVA invia da quest’anno ad impianti di recupero. Nell’arco di due anni è prevista, inoltre, la ricomposizione del sito che restituirà alla città e al territorio l’area in completa sicurezza.
L’obiettivo è di mantenere il nostro percorso virtuoso, garantendo i massimi livelli di recupero e di riciclaggio in accordo con gli obiettivi dell’economia circolare.”
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