Si completa, nei tempi previsti, la commessa da 4,17 milioni di euro che porta l’erogazione di energia virtuosa ad aree produttive pari a 5.797 appartamenti equivalenti.
Comunicata anche l’aggiudicazione di un finanziamento di oltre 2 milioni di euro derivante dal Piano Nazionale di Ripresa Resilienza (PNRR) per un nuovo progetto di estensione rete di 5,0 milioni di euro.
Il presidente Cattelan: “Si tratta di una crescita importante per AVA, sia in termini di valore economico della società che della qualità del servizio. Senza contare il contributo positivo in termini di recupero energetico dall’impianto di termovalorizzazione che, oltre ad aver eliminato le discariche dall’Alto Vicentino, fornisce energia all’Ospedale di Santorso e, sempre più, alle aziende della zona industriale di Schio che danno lavoro a migliaia di cittadini del territorio”.
Alto Vicentino Ambiente (AVA), azienda partecipata da 31 Comuni dell’Alto Vicentino e l’Unione Montana “Spettabile Reggenza dei Sette Comuni” che opera nel servizio di gestione dei rifiuti e nel recupero energetico nell’Alto Vicentino, annuncia il completamento della seconda fase dell’espansione della propria rete di teleriscaldamento a Schio. Questa iniziativa si inserisce nel quadro del piano pluriennale di investimenti con l’obiettivo di promuovere l’efficienza energetica e la sostenibilità ambientale.
La rete di teleriscaldamento ricava infatti l’energia necessaria al riscaldamento dell’acqua calda dalla termovalorizzazione del rifiuto secco indifferenziato che è costituito anche da frazioni biogeniche per il 50 % in peso. L’energia termica fornita dal teleriscaldamento di AVA, per tale ragione, è riconosciuta, con la stessa proporzione, come energia rinnovabile.
“Siamo orgogliosi di essere riusciti a completare i lavori promessi nei tempi stabiliti, nel rispetto dei costi previsti e approvati per questo importante investimento e con una prestazione in termini di erogazione energetica virtuosa che assolve il mandato di AVA e del suo CdA sia in termini di servizio sul territorio, che di recupero energetico, sia per un progressivo ritorno dell’investimento, facendo accrescere quindi il valore della società, ovvero dei suoi Comuni soci”, spiega Giovanni Cattelan, Presidente di AVA.
L’ampliamento della rete, iniziato nel 2012 con il lavoro sulla tratta Impianto AVA -Polo Ospedaliero, ha visto, nel 2022, la copertura dell’area Est della Zona industriale di Schio “andando a chiudere un ciclo virtuoso – aggiunge Cattelan – in cui i rifiuti provenienti dal nostro territorio vanno a produrre energia riutilizzata in zona industriale a Schio”.
Quello appena completato e presentato oggi rappresenta il più importante investimento di ampliamento del teleriscaldamento a Schio, pari a 4,17 milioni di euro, che ha portato all’erogazione, e quindi al recupero energetico, di ben 1.385.479 metri cubi di volumetria allacciata (da 424.660 del 2020), paragonabile a quella di 5.797 appartamenti. “Per questi volumi, anziché consumare gas o altri combustibili fossili, utilizziamo l’energia prodotta dal termovalorizzatore massimizzando il recupero e l’efficienza energetica dell’impianto. Con il teleriscaldamento ampliato si parla, chiaramente, di un’operazione virtuosa che abbatte le emissioni sul territorio, spegnendo gli impianti termici delle aziende allacciate, rappresentando quindi un passo significativo verso l’obiettivo di AVA di migliorare la qualità dell’ambiente e accrescere il valore della società e quindi dei Comuni soci e dei loro cittadini. Senza contare che offriamo al contempo un servizio essenziale e a prezzi concorrenziali alle imprese delle zone industriali di Schio, che occupano migliaia di dipendenti del territorio”, continua Cattelan.
In questo senso, si ricorda come nel 2022, nel momento più grave dello shock energetico post pandemia, con lo scoppio della guerra in Ucraina, AVA aveva potuto tutelare le imprese allacciate al teleriscaldamento (che non necessita di gas per la produzione di energia) grazie ad una tariffa a valore fisso con tetto massimo che ha permesso, alle utenze, un ulteriore risparmio che poteva variare dal 10 al 40% a seconda del tipo di azienda e fornitura.
Con il completamento di questa fase di espansione, AVA non solo rafforza la propria posizione come fornitore di energia sostenibile ma apre anche la strada a nuovi progetti per aumentare ulteriormente la capacità e l’efficienza della rete di teleriscaldamento.
Gli sviluppi del teleriscaldamento prevedono, ora, per il 2025, il completamento di una commessa da 1,01 milioni di euro per ampliare la volumetria allacciata a 1.909.709 metri cubi, pari a 7.990 appartamenti mentre parte, nel 2024, un nuovo progetto finanziato con le risorse del PNRR.
“Ci siamo aggiudicati oltre 2 milioni di euro di risorse del PNRR, per un nuovo progetto di complessivi 5 milioni di nuove reti da poter portare in favore dello Scledense – conclude Cattelan – e che prevede il completamento della rete per il teleriscaldamento fino ad una capacità, complessiva, di 60 utenze industriali, anche di grandissima dimensione, allacciate, per un volume servito pari a quella di oltre 10.000 appartamenti nel 2027. Una infrastruttura di recupero energetico tra le più importanti del territorio che contribuirà attivamente a favorire la decarbonizzazione nell’area, a supportare le imprese locali nel loro percorso verso l’efficienza energetica e la sostenibilità e a garantire ai Soci un ritorno sull’investimento nel medio termine che potrà quindi essere utilizzato per potenziare ancora di più la tutela ambientale dell’Alto Vicentino”.
Come da prassi consolidata, AVA manterrà il monitoraggio dell’impatto del termovalorizzatore in collaborazione con il Politecnico di Milano nella cui ultima relazione, dell’estate 2023, indicava come la qualità dell’aria, nell’area di pertinenza dell’impianto, rispecchi le caratteristiche attese, senza evidenze di inquinamento specifico legato al termovalorizzatore di Alto Vicentino Ambiente. “L’assenza di particolari tendenze alla variazione su lungo periodo dei principali inquinanti in traccia associabili all’attività di termovalorizzazione – si afferma sempre nelle conclusioni – costituisce, infine, un importante elemento complementare di valutazione dell’assenza di un contributo sistematico dell’impianto alla qualità dell’aria”.